La dimostrazione e il ragionamento formale possono avere validità in sé, senza riferimento a un destinatario. L’efficacia della persuasione non può invece essere studiata nella sua completezza senza sapere cosa rappresenti il parlante per l’interlocutore, senza tener conto delle circostanze in cui l’argomentazione si svolge. La verità è debole almeno in due aspetti molto evidenti: a) è possibile possedere la verità senza poterlo dimostrare (quante volte abbiamo vissuto l’esperienza di avere ragione senza che gli altri lo abbiano riconosciuto?); b) con la verità (con proposizioni vere) si può ingannare, corrompere, diseducare: la disinformazione più efficace è di solito quella che non dice altro che verità. Si dice che alla fine la verità vinca sempre: sono convinto che sia così, e Aristotele assicura che «la verità e la giustizia sono per natura più forti dei loro contrari». Tuttavia, se non vogliamo aspettare fino al giudizio universale, dobbiamo dotare la verità di maggior vigore. I due aspetti della sua debolezza ci riportano alla nozione aristotelica di retorica, «la facoltà di scoprire il possibile mezzo di persuasione riguardo a ciascun soggetto», che a me piace ridefinire “l’arte di far sì che la verità sembri vera”. Non è poco! Che cosa non darebbe un genitore per essere in grado di presentare ai figli le cose in modo tale che essi le vedano nella maniera adeguata? Che cosa non darebbe un maestro? Che cosa non darebbe uno che si accinge a dichiarare il suo amore?
Rafael Jiménez Cataño è Professore Ordinario della Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, a Roma. Fra i suoi libri, La debilidad del poder creador (2006, sulla creazione artistica) e Lo desconocido es entrañable.Arte y vida en Octavio Paz (2008). La sua ricerca nell’ambito tematico di questo volume si riflette nell’insegnamento (soprattutto nei corsi di Retorica e di Logica) e nei convegni sul dialogo e l’argomentazione, in particolare quelli organizzati da Ergo, Associazione di Pratica e Teoria dell’Argomentazione, dall’International Association for Dialogue Analysis e dall’International Association for the Study of the Controversies,associazioni di cui è membro. Legata a questi soggetti è anche la sua regolare collaborazione con riviste come Ixtus (Messico), per la quale cura la rubrica “La bendición de Babel”.
Fra i testi presentati ai convegni, non inclusi in questa raccolta, possiamo segnalare: “Negotiating meanings: the appeal to dictionaries” (Tel Aviv, 1999),“Separating vs. uniting distance in Chicano speech” (Göteborg, 2001, in collaborazione con I. García Martínez), “Monologue and dialogue in politeness choices” (Salzburg, 2003), “Historia e identidad en Octavio Paz: la libertad ante las libertades” (Viseu, 2005), “Dialogo dei saperi” (Palermo, 2006), “What does sentimentalism mean? Emotive meaning in some elliptic and a fortiori argumentations” (Milano, 2008), “Buona e cattiva retorica nel dibattito sulla vita e la morte in Italia” (Roma, 2010), “Risorse per gestire stereotipi e fenomeni simili” (Padova, 2010), “Literary Text’s Freedom and ist Encounter with the Reader” (Turku, 2012).