L’agiografia rappresenta un punto di osservazione privilegiato per comprendere la società e le trasformazioni della cultura occidentale, poiché ha contribuito a plasmarne l’immaginario collettivo, lasciando un’impronta indelebile nell’arte, nella letteratura e nelle tradizioni popolari. Con questo libro l’autore riflette sul valore di questa disciplina, ne ricostruisce l’evoluzione e le trasformazioni che hanno segnato la narrazione della santità nel corso dei secoli. Dopo aver introdotto il lettore alle origini della materia, alle sue principali fonti e al metodo di indagine, il volume si sofferma ad approfondire il rapporto tra l’eroe classico e il santo cristiano, entrambi presentati come exempla ad imitandum, che sembrano svolgere la medesima funzione all’interno della società: l’eroe, simbolo della cultura classica, sarebbe stato sostituito dal santo, nuovo eroe del cristianesimo. Evidenziate le differenze tra le due figure, l’autore analizza quali elementi e schemi narrativi della tradizione classica siano stati ripresi e rielaborati dai primi autori agiografici.
Il volume si apre quindi all’analisi e al commento di alcune tra le opere più significative delle letteratura agiografica. L’itinerario proposto accompagna il lettore attraverso gli atti e le passioni dei martiri, le biografie antiche e medievali, le narrazioni di traslazioni di reliquie. Questo approccio consente di immergersi nel contenuto delle fonti e addentrarsi nei contesti storici in cui hanno preso forma. Un’attenzione particolare è riservata al calendario liturgico e all’evoluzione del processo di canonizzazione, elementi chiave nella costruzione della memoria agiografica. Conclude il percorso il commento alla pièce Assassinio nella cattedraledi T.S. Eliot, incentrata sul martirio di Thomas Becket, opera che getta luce sul complesso rapporto tra verità storica e narrazione agiografica. Il libro introduce così il lettore allo studio dell’agiografia e diventa un percorso che attraversa i secoli, in cui la parola agiografica diventa spazio di confronto tra devozione, politica e cultura, e in cui la lotta tra morte e vita, evocata nel titolo, si rinnova in ogni pagina.
Filippo Forlani, insegna Storia medievale e Agiografia presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma). Attualmente i suoi studi si concentrano sull’influenza dei testi classici nell’agiografia, sull’evoluzione della legislazione canonica e civile relativa alla schiavitù nel Medioevo, con particolare attenzione all’eventuale influenza del pensiero cristiano su tale fenomeno, e, in collaborazione con la Konziliengeschichte Forschung, sulla storia dei concili del XII secolo e il loro ruolo nella risoluzione degli scismi.
Tra le sue pubblicazioni più recenti: Classics in Hagiography: Origins, Continuities, and Conflicts in Profiling Christian Heroes (Cambridge Scholars, 2025, con Carlota Miranda Urbano); Synodalis consonantia. Konziliengeschichte als Spiegelbild kirchlicher Diskussionskultur und Identitätsfindung (Aschendorff, 2024, con Ansgar Frenken e Thomas Prügl); Between Freedom and Submission: The Role of Women in the History of the Church (Aschendorff, 2024, con Silvia Mas e Łukasz Żak); I sinodi in Italia tra i pontificati di Onorio II ed Eugenio III (1124-1153) (Edusc, 2019).