Il dibattito sullo statuto metafisico che Tommaso d’Aquino intendeva attribuire al pulchrum è tuttora aperto. Autorevoli interpreti si sono interrogati e hanno preso posizioni spesso incompatibili sulla vexata quaestio se il bello sia o non sia un trascendentale, attribuendo di volta in volta intenzioni diverse all’Aquinate, e oggi la questione suscita una rinnovata attenzione. Questo libro intende dare un contributo alla discussione, nella consapevolezza che lo studio del pensiero del Doctor Angelicus non riveste un mero interesse erudito e neppure esclusivamente storico, ma è tuttora un prezioso apporto filosofico per i contemporanei. Una questione così puramente metafisica, inoltre, se si prende sul serio il pensiero dell’Aquinate, è solo apparentemente confinata nei meandri di più difficile accesso della filosofia, ma ha immediate ricadute sulla realtà per intero, quantomeno per quel che riguarda la concezione e la comprensione che abbiamo di essa.
Lo studio intende calarsi nella forma mentis tommasiana e ricostruirne la sensibilità estetica e la concezione metafisica, muovendosi attraverso una puntuale analisi dei testi per giungere ad una conclusione il più possibile fedele alla verità storica. Non si intende comunque rinunciare, laddove si riveli opportuno, a proporre un’ipotesi interpretativa, consona alla statura del Doctor Communis.
Miriam Savarese ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Filosofiche presso l’Università degli Studi Roma Tre e la Licenza in Filosofia presso la Pontificia Università della Santa Croce, dove attualmente sta svolgendo il dottorato in Filosofia. Fellow della scuola SISRI e borsista del Centro Universitario Cattolico, ha vinto il Concorso DISF per il miglior elaborato (VI Workshop 2013) e il Premio Giuseppe Locati (IV edizione 2013); si è inoltre classificata seconda con menzione di merito al concorso Veritas et Amor (III edizione 2013). I suoi interessi di ricerca si rivolgono principalmente allo studio dei trascendentali secondo la visione di Tommaso d’Aquino e, più recentemente, a temi filosofico-epistemologici come il ruolo della persona nell’attività tecnico-scientifica nonché all’intimo rapporto che lega scienza, ragione e fede.