I percorsi della filosofia del lavoro sono complessi, ma anche avvincenti. L’obbiettivo di questo libro è di seguire alcuni filoni ed autori in modo elastico e non esaustivo, per servire da traccia ad un corso di filosofia del lavoro,
flessibile e integrabile con ulteriori contributi, sulla falsariga di quella qui proposta. Vi sono contenuti alcuni snodi
dilemmatici della storia del lavoro, mantenendo sottotraccia un’indagine antropologica che contrappone un’analisi
dualista, del mondo e dell’essere umano (che spesso si risolve in monismo, piatto ed elementare), ad una concezione unitaria, ma complessa e articolata, della realtà e della persona (che taluni definiscono con il termine: duale). In modo però, che sia più il lettore ad analizzane e trarne le conseguenze.
Il lettore si deve preparare al fatto che inevitabilmente, dato il tema trattato, l’analisi antropologica ed etica del
lavoro si incrocia con altre discipline che lo tematizzano: sociologia, economia, religione, letteratura, storia, teologia, tecnica… Si tratta di un tema interdisciplinare e vario, ma credo che – alla fine – proprio questo agevoli e arricchisca l’interesse di chi vuole addentrarsi in tale composito e articolato paesaggio.
Giorgio Faro insegna Etica Applicata (famiglia, lavoro, politica), presso la facoltà di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce. Si occupa soprattutto di antropologia ed etica del lavoro, di temi e autori di morale
(R. Spaemann) e di filosofia politica (Tommaso Moro), cui ha dedicato vari articoli e saggi. Tra le sue pubblicazioni,
La concezione del lavoro nella dottrina del beato S. Josemaría Escrivá (2000); le prefazioni a Capitalismo, protestantesimo e cattolicesimo di P. Zanotto (2005) e alla Vita di Sir Thomas More di W. Roper (2013).