Con l’analisi di alcuni interventi di opinione espressi attraverso pubblicazioni specializzate, abbiamo tentato di comprendere quando e in che modo il giornalista, o qualsiasi altro operatore della comunicazione, offre un involontario sostegno a chi persegue un’attività losca e fomenta l’odio tra i popoli; e quando deve accorgersi di essere diventato uno strumento e cessare ogni sorta di propaganda a chi si nasconde e utilizza metodi illeciti. Questa indagine ci ha portato ad esaminare la definizione vera e propria di terrorismo e a ribadire come la dimensione mediatica sia da sempre legata all’azione terroristica, anche se oggi acquista una valenza prevalente per via del villaggio globale in cui siamo immersi, ossia del peso decisivo assunto dai mezzi di comunicazione di massa che, grazie alle nuove tecnologie, sono in grado di raggiungere ogni “angolo” del pianeta.
Giovanni Tridente (1983) è Assistente di Etica informativa e legislazione di stampa presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma). Per la stessa Università si occupa dell’Ufficio Comunicazione.Giornalista pubblicista dal 2002, è direttore responsabile della rivista interuniversitaria Synthesis e collabora con diverse testate giornalistiche nazionali.