Un celebre pensiero di Blaise Pascal dice: «Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce». Per scrivere un poema nel XXI secolo, nel pieno di due guerre che rischiano di coinvolgere nuove parti in lotta, lasciando deflagrare Europa e Medio-Oriente, dinanzi alla crescente secolarizzazione e alla implacabile freddezza delle decisioni economiche, quali possono essere le ragioni del cuore di un poeta che il mondo non comprende, né accetterebbe? Queste “ragioni” che riempiono il suo cuore, e quello di tanti altri, sono: San Josemaria Escrivá, la vocazione all’Opus Dei e alla santificazione del lavoro, l’uomo e la donna sposi in Cristo, il cammino nella vita alla presenza di Dio, quel Gesù dei Vangeli che ci invita a osservare proprio la vita di ognuno di noi ben oltre quanto la ragione non conosce, ben oltre l’enigma dei poteri e dei garbugli delle forze politiche, accettando le ragioni del cuore, i versi di un poema in cui la contemplazione di Maria, Madre di Dio, fa da sfondo costante allo sguardo di un cuore innamorato, e così riconoscere che, in fondo, le ragioni del cuore hanno un solo denominatore comune: l’amore di Dio per ognuno di noi.
Gianfranco Longo (Bari, 1965) insegna Filosofia della pace presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Ha ricevuto il Premio Internazionale “L. A. Seneca” per la letteratura contemporanea (2022); il Nabokov Library per il miglior libro dell’anno (2022); il Premio Mahsa Amini per la poesia nel 2023.