Il libro svolge una lettura critica del liberalismo morale americano. Sono le idee di coloro che si autopresentano come liberal e che propongono un’ideologia che concepisce la libertà individuale come un assoluto. Essa comporta affermare che ogni persona deve essere autonoma nelle proprie scelte, senza che la comunità – che si tratti della propria famiglia, della società civile, dei corpi intermedi o della stessa Chiesa – possa indicarle un valore ultimo. Nel quadro di tali teorie liberal, la sola esistenza di un valore ultimo costituirebbe una minaccia alla libertà individuale.
La relazione tra legislazione e vita virtuosa è stata oggetto di studi per molti secoli, in particolare dalla tradizione di pensiero che fa capo a Aristotele e a San Tommaso d’Aquino. Essa è stata raccolta dalla Dottrina Sociale della Chiesa e da molti studiosi tra quanti hanno intrapreso una lettura critica del liberalismo morale vigente ai nostri giorni. Il nostro studio prende come punto di riferimento gli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa, con il desiderio di riflettere per favorire l’esistenza di una società veramente libera. In definitiva, si può dire che esiste anche un liberalismo buono e conveniente per un cristiano, quello che si intende come principio antiassolutista e anticollettivista. Allo stesso tempo, non ci è possibile ignorare che il liberalismo, in senso filosofico forte, può assumere la forma di principio antidogmatico. Se la Chiesa, giustamente, condanna il liberalismo in quanto principio religioso antidogmatico, ciò non significa che la concezione cristiana dell’uomo e della società favorisca l’assolutismo illiberale.
Cristian Mendoza è professore associato di dottrina sociale della Chiesa presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Insegna cultura economica della Chiesa presso la facoltà di comunicazione istituzionale della medesima università. Da anni collabora con alcune Business Schools dell’America Latina in un progetto di Inclusive Growth per generare iniziative di sviluppo sostenibile fra imprenditori con sensibilità per il sociale. È stato resident Fellow a Harvard University durante il corso 2018/19. Ha pubblicato articoli e libri in collaborazione con IPADE Business School e con ESE Business School.
Miriam Savarese è dottore in Filosofia presso la Pontificia Università della Santa Croce, titolo equipollente con quello italiano. Ha conseguito la Licenza in filosofia presso la medesima università e con lode la laurea magistrale in Scienze Filosofiche presso l’Università degli Studi Roma Tre. Ex borsista del Centro Universitario Cattolico, vincitrice del Concorso DISF per il miglior elaborato (VI Workshop 2013) e del Premio Giuseppe Locati (IV ed. 2013), è risultata seconda con menzione di merito al Concorso Veritas et Amor (III ed. 2013) e a un successivo Concorso DISF per il miglior elaborato (X Workshop 2018). Ha pubblicato Le dimensioni personalistiche dell’attività di ricerca tecnico-scientifica (Edusc, 2018) e La nozione trascendentale di bello in Tommaso d’Aquino (Edusc, 2014).