Il problema pedagogico ha da sempre interessato la storia della filosofia, dagli accesi dibattiti fra i Sofisti e Platone agli attuali contributi delle neuroscienze, oggi fortemente reclamate non solo nella didattica ordinaria, ma anche in quella inclusiva. Agli autori del presente volume – di diversa formazione culturale – è sembrato necessario intervenire nel dibattito contemporaneo per colmare una lacuna assai profonda che caratterizza le scuole di pedagogia contemporanea: l’assenza di qualsiasi riferimento metafisico nei modelli antropologici assunti e proposti alla riflessione sistematica come pure alla pratica didattica. Ispirandosi alla tradizione tomista, alla quale cerca di introdurre il lettore digiuno dei metodi e del linguaggio dell’Aquinate, il volume intende fornire gli strumenti teoretici per una giustificazione dei presupposti e delle implicanze ontologiche dell’atto educativo, da contestualizzare in una visione non riduzionistica della realtà in cui l’uomo – in particolare il discente – è inserito. A tale scopo, pensando soprattutto ai percorsi scolastici della scuola secondaria, gli autori hanno voluto mostrare la forza dell’epistemologia tomista nella ricerca sui fondamenti delle scienze contemporanee (matematica, fisica, scienze biologiche) e, proprio a motivo di tale forza, quale punto di riferimento per una didattica che sappia infondere quel senso di bellezza e di stupore che solo la verità e la bontà dell’essere ispirano.
Danilo Saccoccioni ha conseguito la laurea in Ingegneria elettronica presso l’Università La Sapienza di Roma e il Baccellierato biennale in Filosofia presso la Pontificia Università Urbaniana. Ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria presso la SSIS del Lazio ed insegna Matematica e Fisica nei licei. È research fellow della Scuola SISRI ed è Presidente dell’Associazione culturale San Tommaso d’Aquino. Con Mirko di Bernardo ha pubblicato Caos, ordine e incertezza in epistemologia e nelle scienze naturali (Mimesis, Milano 2012).