Cornelio Fabro (1911-1995), largamente noto per i suoi studi sulla metafisica tomista, sull’ateismo moderno e su Kierkegaard, non è altrettanto noto per l’intensa riflessione sulla libertà maturata nell’ultimo periodo del suo insegnamento all’Università di Perugia (1967-1981). La dispersione del materiale, in gran parte inedito, ne ha certamente sfavorito la diffusione rispetto all’ampia risonanza della sua opera. Del resto, sono ancora relativamente pochi gli studi su questa parte del pensiero del filosofo friulano. Tali motivi giustificano un lavoro che, come il presente, si proponga di rendere noto il contributo di Fabro in tutte le sue fonti, d’indicarne i principali nuclei teorici e le varietà di aspetti considerati: il rapporto tra intelligenza e volontà, la dimensione della coscienza, il rapporto tra essere e libertà e il rapporto tra la libertà umana e Dio. La riflessione di Fabro sulla libertà si distingue per l’equilibrio e il vigore con il quale un tema di così viva attualità e immediatezza è portato sul piano speculativo. Come l’atto di essere per l’ente, così la libertà costituisce, secondo Fabro, il fondamento immanente dell’agire umano. Nell’atto di essere e nella libertà la creazione ha i principi della propria consistenza. La libertà risulta, infine, la più pregnante espressione dell’essere personale.Questa nuova edizione aggiunge alla precedente (Roma 2005) due saggi dell’autore, apparsi successivamente, e una breve bibliografia aggiornata sul tema: “Fabro e la libertà”.
Ariberto Acerbi (Milano 1974) è Professore Associato di Filosofia della conoscenza presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma. Tra le sue pubblicazioni: “Il sistema di Jacobi. Ragione, esistenza, persona” (Olms, Hildesheim 2010). Ha curato la prima edizione di un inedito di Fabro, “L’io e l’esistenza” (Edusc, Roma 2006), e una silloge di studi di autori vari, dedicati al pensatore friulano: “Crisi e destino della filosofia. Studi su Cornelio Fabro” (Edusc, Roma 2012).