Obiettivo di questo testo è descrivere in poche pagine chi è l’uomo e il cammino che deve percorrere per raggiungere l’eccellenza cui naturalmente tende. Compito audace? Senza dubbio. Lavoro indispensabile? Sembrerebbe di no, vista la vastità della letteratura sull’argomento. Necessità permanente, tuttavia, perché la domanda sull’essere dell’uomo e sul suo percorso esistenziale ha generato varie risposte nella storia del pensiero ed esistono molti modi di raccontarla.
Chi sono? e verso dove vado? sono domande che conducono direttamente a un bivio esistenziale, dove tutto si decide. Da un lato, se abbiamo un fine o una meta da raggiungere, saremo dei viaggiatori e avremo bisogno di mappe stradali che ci indichino le vie fondamentali per raggiungere la nostra destinazione. Dall’altro, in assenza di una destinazione ben precisa, saremo al massimo dei vagabondi, dei nomadi che procedono senza meta per i meandri di ciò che siamo per natura: nasciamo, impariamo a camminare e a parlare, andiamo a scuola, lavoriamo, ci sposiamo, mettiamo al mondo dei figli e li educhiamo, invecchiamo e, infine, moriamo. Tutta qui l’esistenza umana? Sì, se non andiamo oltre la mera struttura essenziale dell’uomo, descritta dall’antropologia filosofica. Sì, se non ci volgiamo verso una dimensione operativa che ci permetta di indagare il significato ultimo dell’esistenza umana, i principi primi dell’agire umano, le qualità che perfezionano la capacità di camminare verso la nostra meta esistenziale, la realizzazione dell’uomo in quanto uomo.
Maria Aparecida Ferrari (nata a São Paulo (Brasile), insegna Etica Applicata presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce (Roma). Ha pubblicato diversi articoli su riviste specialistiche e collaborato a varie opere collettive su temi di filosofia politica. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamoPolis: Relazionalità, bene comune, secolarizzazione (Roma 2017) e Prospettive sul lavoro (Roma 2018).