Questo testo, che pubblichiamo per la prima volta in lingua italiana, è stato definito da alcuni come il più importante trattato sull’azione dopo Aristotele. Rappresenta uno dei capolavori della filosofia anglosassone del ventesimo secolo ed ha ormai acquisito lo statuto di un classico del pensiero filosofico. Le conclusioni a cui perviene G.E.M. Anscombe in questo libro hanno schiuso un intero panorama di indagine filosofica, oggi comunemente noto come “teoria dell’azione”. Nella Prefazione è raccolta una straordinaria testimonianza della figlia dell’autrice che racconta la genesi del ciclo di lezioni da cui G.E.M. Anscombe trasse il libro: “Fu nel 1956, quando l’Università di Oxford decise di conferire un diploma honoris causa all’ex Presidente degli Stati Uniti Harry Truman. Proprio l’uomo che si vantava di aver ordinato il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki… Furono gli argomenti apportati in difesa della decisione di Truman a farle decidere di dare un ciclo di lezioni sull’intenzione…che egli soltanto scrisse il suo nome su un pezzo di carta”.
G.E.M. Anscombe (1919-2001) è stata uno degli esponenti più brillanti della filosofia analitica anglosassone e ha dato importanti contributi nel campo della logica, della semiotica e della teoria del linguaggio. Studiò a Cambridge con Ludwig Wittgenstein, e dopo la morte curò l’edizione di molte sue opere postume, tra cui uno dei suoi capolavori Philosophical Investigations. Nel 1970 giunse ad occupare a Cambridge la stessa cattedra che era stata del suo maestro. Oltre al qui tradotto Intention del 1957, tra le sue opere ricordiamo l’importante articolo Modern Moral Philosophy (1958), An Introduction to Wittgenstein’s Tractatus (1959), Three Philosophers ( 1961) e Collected Papers (1981).